[ TW: menzione di pensieri suicidi, di morti di familiari e di animali domestici. Se uno di questi argomenti è triggering per te, per favore non leggere. Prenditi cura di te. ]

Nell’ultimo anno ho voluto morire un numero infinito di volte. Da giugno ’21 faccio una vita abbastanza ritirata, per poter togliere una per una tutte le cose che mi avevano messo in odio l’essere viva, mesi nei quali ho avuto la fortuna e la grazia di avere lei con me tutti i giorni.
Ci conosciamo da dieci anni, ma mai come dalla scorsa estate a questi giorni siamo esistite l’una per l’altra. In ogni angolo di questa casa in cui entrambe siamo state accolte quando eravamo ferite, che non abbiamo scelto ma in cui ci siamo ritrovate, in ogni stanza ci siamo cercate, seguite, consolate. È stato un viaggio lungo dieci anni, che per lei poteva finire ancora prima di iniziare in quella notte che ce l’ha presentata alla porta, portata a braccia allo stesso veterinario che è stato con lei ora, per me un numero non più contabile di volte in questi trent’anni.

Aprile è un mese difficile per me perché conta le perdite di mia nonna, di mio nonno, di una delle mie zie più care. Ne ho scritto una volta ma in inglese. Ora ti aggiungi tu e sapere – egoisticamente – che alla mia sola voce hai reagito le ultime ore che ci siamo viste, che sono rimasta china su di te per proteggerti dalle cose che però avevi dentro, abbiamo scoperto, e non fuori, che ho portato con noi la piccola coperta su cui hai dormito per anni, su quello che è diventato il tuo lato del divano, e che era stata mia e che ci sei rimasta raccolta in queste ore mi fa ringraziare di essere stata io a trovarti, anche se sta rendendo tutto ancora più difficile da non pensare.

La mia terapista dice che ho il pensiero magico dei cuccioli, che credono di poter fare accadere le cose desiderandole, per i quali «ogni cosa è investita di emozioni e ogni cosa può influire sulle altre»*. Come quando l’unica cosa che rimane alla Didion è pensare e pensa come pensano i bambini: “Non posso dare via le scarpe di lui, perché nel caso in cui dovesse tornare gli potrebbero servire”. The Year of the Magical Thinking è un’autobiografia ma è anche un saggio, ci sono ricerche, dati, fatti personali, pensieri – tutto quello che può servire per tenerci in vita, per dare ordine a cose che non ce l’hanno
prima di morire anche noi.

Domani rialzarsi dal letto sarà di nuovo molto difficile.

* se vuoi approfondire, c’è questo bell’articolo su Uppa, oltre ovviamente a consigliarti Joan Didion, The Year of the Magical Thinking, in Italia tradotto da Il Saggiatore.

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