È l’ultimo segnetto di giugno: facciamo qualcosa di un po’ diverso. Per (provare) a chiudere quest’ultimo periodo di affanni e arresti, ho raccolto 5 Ted Talks che mi hanno aiutata nel momento giusto, nel modo giusto. Non è difficile trovarvi un filo conduttore: autostima, debolezze, relazioni con gli altri – che siano colleghi o amici. E le ansie, perché ce ne sono. E questo è quello che ho imparato: se non puoi batterle, ascolta una talk.
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1. Jia Jiang: Cosa ho imparato da 100 giorni di rifiuti
Perché ci viene detto di no? Ecco, invece di pensare che sia colpa nostra sempre preventivamente, Jiang suggerisce di focalizzarsi proprio sul perché. E di pronunciarlo ad alta voce.
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2. Kelly McGonigal: Come farti amico lo stress
La mia prima reazione, quando ho trovato questa talk scorrendo sulla app, è stata «How, FFS, HOW». Con tanto di pugnetto agitato. La proposta di Kelly McGonigal è: appropriatene. Quell’ansia che ti prende la pancia e ti fa martellare il cuore, presente? Sì, ovviamente. Beh, è adrenalina. È energia, è forza – e quindi è cambiamento.
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3. Anne Lamott: 12 verità che ho imparato dalla vita e dalla scrittura
Puoi smetterla di prenderti sul serio. E, allo stesso tempo, iniziare a imparare da qualsiasi cosa.
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4. Brené Brown: Ascoltare la vergogna
Vulnerability is not weakness.
Brené Brown
Per legarmi alla talk di Jiang e, allo stesso tempo, anticipare quella successiva, in una sorta di tentativo di procedere in profondità nell’analisi del tema – e per tema intendo: perché non chiedo, perché penso che il mio parere non abbia valore, perché non faccio, perché sono paralizzata dai miei pensieri, perché è ok pensare di fallire ma quando arriva il momento è solo panico. ‘Na cosina, proprio. Però sono a un buon punto, credo.
Credo.
La cosa da capire sulla vergogna è che non si tratta di colpa. La vergogna ha a che vedere con il proprio io, la colpa con il comportamento. Vergogna è dire sono sbagliato, colpa è dire ho fatto qualcosa di sbagliato.
Brené Brown
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5. Brené Brown: Il potere della vulnerabilità
Era, probabilmente, un giorno del 2014, forse era l’inizio dell’estate, ed era quasi sera. Tornando verso casamasi, un mio amico mi ha detto: «Penso tu sia una persona molto forte, perché non nascondi mai quando ti senti fragile». E anche se un’altra nostra amica avrebbe tradotto e liquidato questo stesso pensiero con un «Te piangi per tutto», è una cosa che è sempre rimasta con me, perché è probabilmente il momento in cui la strana nebulosa coscienza che stavo creando di me stessa ha detto hei! Penso abbia detto proprio così. Tra tutte le talks, questa è quella che really resonate with me – vorrei dirlo in inglese, perché mi piace proprio che la profondità emotiva ed emozionale sia comunicata da un termine che assomiglia al nostro ragionare.
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